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322 LUISA BONOLIS
di questo e di altri problemi simili. Nel frattempo si è impadronito a fondo dei metodi
del calcolo tensoriale che, sviluppato dai matematici Gregorio Ricci Curbastro e Tullio
Levi-Civita, costituisce la struttura matematica alla base della relatività generale. Il più
notevole dei suoi risultati in relatività si trova nell'articolo Sopra i fenomeni che avvengo-
no in vicinanza di una linea oraria nel quale Fermi dimostra un teorema di considerevole
interesse per le applicazioni, la cui importanza consiste appunto nel semplificare alcune
dimostrazioni di relatività generale. Questa memoria viene successivamente citata nei più
importanti trattati di calcolo differenziale assoluto, primo fra tutti le famose Lezioni di
calcolo differenziale assoluto, di Levi-Civita, pubblicate nel 1925. In questo studio Fermi
introduce un sistema di coordinate spazio-temporali (le cosiddette coordinate di Fermi)
particolarmente adatto per seguire l'evoluzione temporale di fenomeni che avvengono
in una piccola regione di spazio (una importante estensione viene successivamente fatta
da A. G. Walker nel 1932, per cui nella letteratura scientifica si parla generalmente di
coordinate di Fermi- Walker). Fermi dimostra inoltre un teorema di calcolo differenziale
assoluto secondo il quale in prossimità di una linea oraria lo spazio si comporta come se
fosse euclideo.
Nel luglio si laurea in fisica cum laude e ottiene il diploma della Scuola Normale.
La sua tesi di laurea riguarda una ricerca sperimentale sulle immagini di diffrazione
dei raggi X. Riguardo ai motivi di questa scelta, Rasetti ricorderà anni dopo che "A
quell'epoca in Italia la fisica teorica non era considerata una disciplina da insegnare
nelle università e una tesi in quel campo avrebbe rappresentato uno scandalo almeno
per i membri più anziani della facoltà. I fisici erano essenzialmente fisici sperimentali
e soltanto una tesi sperimentale sarebbe stata accettata da loro come una vera tesi di
fisica. L'argomento più affine alla fisica teorica, la meccanica razionale, era insegnata
dai matematici che la consideravano un settore della matematica applicata, mostrando il
più completo disinteresse per le sue implicazioni fisiche. Questo spiega perché argomenti
come la teoria dei quanti non avevano preso piede in Italia: rappresentavano una terra
di nessuno fra la fisica e la matematica. Fermi fu il primo a colmare questa lacuna".
Tuttavia Fermi ha già maturato una grande passione per la fisica sperimentale, come
testimonia ancora Rasetti: "Egli fu fin dall'inizio un fisico completo per cui la teoria
e l'esperimento avevano lo stesso peso, anche se per molti anni la sua fama fu fondata
principalmente sui suoi contributi teorici. Ma non è stato mai, neanche per un momento,
uno di quei fisici teorici che, per usare un'espressione molto usata più tardi dal gruppo
di Roma, non sapevano 'distinguere l'acciaio dall'alluminio'."
1923
È notevole il fatto che a quest'epoca Fermi sia già abbastanza noto, almeno in alcuni
ambienti, tanto che la sua partecipazione è richiesta all'appendice dell'edizione italiana
del libro di A. Kopff, I fondamenti della relatività einsteiniana. La maggior parte dei
dodici articoli contenuti nella stessa appendice, scritti dai più noti fisici e matemati-
ci italiani della generazione più anziana, sono invece molto scettici e ostili alla teoria di